REVOLUTIONARY ROAD
Da Revolutionary Road di Richard Yates
di Renato Gabrielli
con Rossella Rapisarda, Stefano Annoni, Daniele Gaggianesi
regia e disegno luci Fabrizio Visconti
scene Marco Muzzolon
costumi Mirella Salvischiani
musiche originali Marco Pagani
aiuto regia Camilla Violante Scheller
un progetto La Gare
produzione Eccentrici Dadarò
con il sostegno di Regione Lombardia – Progetto NEXT 2019
La traduzione di Adriana dell’Orto è concessa su licenza di minimum fax.
c) minimum fax, 2003, 2009, 2017
Tratto dal romanzo:
REVOLUTIONARY ROAD
Copyright © Richard Yates, 1961, 1989
All rights reserved
Scheda artistica
LEI e LUI. Belli, intelligenti, piuttosto colti, innamorati. Una casa “carina” e accogliente.
Un lavoro noioso ma sicuro per LUI.
Blandi impegni domestici per LEI, che ha tempo per coltivare come hobby la sua antica passione d’attrice.
Ma LEI e LUI vogliono, o almeno sognano, altro. Si ritengono entrambi superiori all’ambiente mediocre e piccolo borghese che li circonda e imprigiona; e questo senso di superiorità, chissà quanto fondato, li tiene uniti e segretamente complici.
Finché…
“Revolutionary road” esplora, alternando i punti di vista di LEI, LUI e NOI, gli umanissimi slanci, meschinità, successi illusori e prevedibili disfatte di personaggi che ambiscono a essere felici, ma rimangono invischiati nelle menzogne che raccontano a se stessi e agli altri pur di tirare avanti.
Lo spettacolo nasce dall’omonimo romanzo americano Revolutionary Road di Richard Yates, edito nel 1961 e capace di segnare la letteratura contemporanea al punto da far dire a Tennessee Williams:
“Se nella letteratura americana moderna ci vuole qualcos’altro per fare un capolavoro, non saprei dire cosa”.
Oltre allo stile letterario, la potenza del testo è segnata dalla sua capacità di leggere in maniera profetica il nascere e lo svilupparsi della Società Globalizzata, il prepararsi del conflitto tra Individuo Sociale e Individuo Reale.
La tematica del romanzo è quanto di più urgente si possa vivere nella nostra società odierna, raccontata con parole di 60 anni fa.
Una denuncia lucidissima ed empatica allo stesso tempo, attraversata tramite una storia di coppia che cerca di non affondare nell’avanzare di un mondo che ci vuole tutti uguali, vestiti e pettinati come si conviene, in casette di legno bianco con vialetto e automobile quietamente parcheggiata davanti a casa.
Un testo crudele quanto basta per sollecitare una reazione semplicemente lasciando parlare gli effetti delle cose, un monito per indurre un’azione di responsabilità individuale.
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