UN ANATROCCOLO IN CUCINA

 

Spettacolo comico senza parole

Liberamente ispirato a “Il brutto anatroccolo” di Hans Christian Andersen 

di Simone Lombardelli e Dadde Visconti
con Simone Lombardelli
regia Dadde Visconti
musiche originali Marco Pagani
produzione Eccentrici Dadarò

durata 50 minuti
età matinèe dai 3 anni, domenicali tout public
tecniche clownerie, pantomima, bolle di sapone, bicchieri musicali

Festival Visioni di futuro, visioni di teatro 2013
Festebà 2013
Festival Una città per gioco 2015

Disponibile in una versione con musica dal vivo con il pianista Luca Rampini

 

 

Scheda Artistica

La cucina di un grande ristorante. Un lavapiatti sommerso dal sapone. Suoni e voci che ridono di là dalla porta. Un sogno: quello di essere dall’altra parte,
seduto a quella festa, a ridere e cantare con chi sta “insieme”.

Ma qualcuno deve pur preparare per la festa! E allora tocca a lui.

E mentre secchi, pentole, tazzine e piatti, bicchieri e strofinacci sembrano non voler stare mai al loro posto, mentre ad ogni attimo di distrazione paiono
prendere vita propria, lui non si abbatte e, anzi, si mette ancor più d’impegno per fare del suo meglio e, magari, piacere un po’ anche lui…
Ma niente, ogni tentativo è goffo e ogni speranza un tonfo.

Allora non resta che sognare. Sognare di fare come quel brutto anatroccolo, che una mattina si svegliò e si scoprì cigno pronto per volare…
sì, proprio come in quella fiaba.

Rievocando l’affascinante atmosfera del cinema comico muto degli anni ’20, raccogliendo la magia della pantomima e della clownerie,
sorprendendo con bolle di sapone giganti e bicchieri che suonano, lo spettacolo, ispirato alla favola de “Il brutto anatroccolo”,
tratta con note leggere il tema della diversità, reale o immaginata, il bisogno di essere accettati e di far parte di un gruppo.

Oggetti quotidiani che diventano mezzi magici e fantastici; il linguaggio non verbale per comunicare temi importanti come il confronto con l’altro diverso da noi,
e come la possibilità, ogni giorno, di perdere o sbagliare, anche di cadere, ma senza smarrire mai  l’entusiasmo e il coraggio di rialzarsi e ripartire.

 

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